XXVII, 1, 2017: Karl Jaspers e la molteplicità delle visioni del mondo. A cura di Stefania Achella e Jann E. Schlimme
In che modo visioni del mondo legate a storie e culture differenti possono incontrarsi in valori condivisi? Come comunichiamo e come ci incontriamo se le nostre visioni delle cose sono così diverse? E, sul piano della patologia mentale, come comunichiamo e come c’incontriamo con persone la cui visione del mondo, ad esempio a causa di un delirio, è così lontana dall’universo di senso che giudichiamo “normale”? Da queste domande è nata l’esigenza di ritornare a riflettere sul concetto di Weltanschauung, diventato marginale nella speculazione filosofica della seconda metà del Novecento, e che invece oggi sembra poter descrivere in modo puntuale il nostro tempo. Già all’inizio del Novecento, Karl Jaspers aveva considerato l’importanza ermeneutica di questo concetto, al quale aveva dedicato un’intera opera, la Psicologia delle visioni del mondo, pubblicata nel 1919. In quest’opera Jaspers poneva l’esigenza di un’analisi fenomenologica delle visioni del mondo, attenta non solo al lato soggettivo, ma anche al lato oggettivo e intersoggettivo delle Weltanschauungen, e alla loro pretesa di validità.
In questo volume si è provato a interrogare ancora una volta questo concetto, chiamando a dialogare filosofi, storici della filosofia, psicologi e psichiatri per individuare da prospettive teorico-disciplinari differenti quanto la domanda intorno alle visioni del mondo sia in primo luogo una domanda di senso. I saggi presentati in questo numero di Discipline filosofiche, dedicato a La molteplicità delle visioni del mondo, cercano pertanto di aprire nuove prospettive di analisi euristica, alla ricerca di un nuovo modello di comprensione che arrivi a considerare le visioni del mondo, in tutta la scala fenomenologica, e quindi da quelle comunemente condivise a quelle allucinate, fanatiche, deliranti, come un fenomeno che esprime non solo una creazione soggettiva, ma che porta in sé anche una rielaborazione del mondo circostante, una reazione a valori culturali, religiosi, scientifici all’interno di un dato orizzonte di senso. In gioco vi sono, quindi, molte rilevanti questioni che mostrano l’utilità di tornare a riflettere con occhi nuovi su un concetto rinnegato dalla filosofia del secondo Novecento e che merita senz’altro di essere recuperato e riattualizzato.
Indice
(cliccando sul titolo si può leggere l’abstract)
Stefania Achella, Jann E. Schlimme, Presentazione
Parte I. Genealogie, concetti, confronti
Roberto Garaventa, All’origine dell’idea jaspersiana di Weltanschauung
Giuseppe Cantillo, L’ambivalenza delle Weltanschauungen tra ragione ed esistenza
Csaba Olay, Jaspers’ Begriff der „Weltanschauung“ im Anschluss an Dilthey und Weber
Oliver Immel, Heideggers Stellungnahme zur „Psychologie der Weltanschauungen“ als Wegmarke der Jaspers’schen Existenzphilosophie
Michael Steinmann, Wertung und Wertwiderstand. Selbsterfahrung und die antinomische Struktur der Existenz bei Jaspers und Heidegger
Stefania Achella, Il concetto di “mondo” nella Psychologie der Weltanschauungen
Elena Alessiato, Weltanschauungen e politica
Andrea Staiti, Naturalism as Weltanschauung
Parte II. Pratiche e orientamenti teorici
Jean-Claude Gens, Die Weltanschauung zwischen Ideenflucht und Wahnsinnigkeit
Reinhard Schulz, Praktiken des Verstehens und Weltanschauungsanalyse
Anna Donise, Gli involucri tra forma e vita: per una difesa dell’inautentico
Borut Škodlar, Jan Ciglenečki, Multiple Orientations within the Worldviews in Psychosis and Mysticism: Relevance for Psychotherapy
Jann E. Schlimme, Wahnsinns-Erzählungen. Weltanschauung und lange anhaltende Psychoseerfahrung
Burkhart Brückner, Samuel Thoma, Wahn, Weltanschauung und Habitus. Zur sozialwissenschaftlichen Kritik der Theorie des Wahns im Werk von Karl Jaspers