La fenomenologia, intesa come tradizione filosofica, inizia come analisi della coscienza e di ciò di cui si ha coscienza. Tale impostazione deriva indubbiamente dalla distinzione brentaniana tra fenomeni psichici e fenomeni fisici. I fenomeni psichici sono caratterizzati da un immanente “riferirsi ad altro”. Le modalità di riferirsi ad altro e i problemi ontologici ed epistemologici che a ciò si legano sono stati oggetto di studio e dibattito sin dai tempi dei primi allievi di Brentano e hanno, in buona parte, occupato tanto i filosofi che vengono riconosciuti come appartenenti alla tradizione fenomenologica quanto i filosofi analitici.
Per Husserl, la ricerca fenomenologica non è, però, da concepirsi come una ricerca interna al mondo dello psichico. Si può, piuttosto, dire che egli abbia, almeno inizialmente, cercato di sondare le “feconde bassure dell’esperienza” che la tradizione kantiana e post-kantiana aveva, a suo parere, malauguratamente abbandonato per affrontare speculativamente questioni che vanno oltre l’esperienza.
In questo quadro, la ricerca fenomenologica è “limitata” a ciò di cui si ha coscienza e ai modi in cui se ne può aver coscienza. Un problema che Husserl stesso, e sempre più le fenomenologhe e i fenomenologi che, seppure distanziandosene, hanno preso le mosse dal suo programma di ricerca, è costituito da oggetti che non sembrano poter propriamente essere considerati esperibili direttamente e da strati dell’esperienza che sembrano stare ai margini, o al di sotto dei margini, della coscienza.
Le questioni che più palesemente appaiono sottrarsi a un’analisi fenomenologica sarebbero quelle dell’inconscio, da una parte, dell’animalità e di realtà “sovrumane”, quale quella di Dio, dall’altra. Si noti che la questione di Dio, in quest’ottica, non deve essere intesa come problema teologico o dal punto di vista dell’esperienza religiosa, ma come problema epistemologico relativo alla possibilità di costituire l’oggetto divino.
Altre questioni che riguardano terreni che stanno ai margini della coscienza sono quelle del sonno e dei sogni, l’esperienza dell’amnesia, le pulsioni e gli istinti, la morte, ecc.
Con la pubblicazione dei volumi più recenti dell’Husserliana, si sono offerti materiali in base ai quali diventa evidente anche a partire dalla prospettiva husserliana l’urgenza di confrontarsi con e analizzare fenomeni che apparentemente si pongono oltre i limiti della ricerca fenomenologica. Come è facile comprendere, si tratta di questioni che non costituiscono un semplice rompicapo per la metodologia fenomenologica in quanto tale, bensì che hanno risvolti e implicazioni rilevanti anche da un punto di vista pragmatico, etico, giuridico ed esistenziale. Basti pensare alla questione dei diritti animali, dello stato giuridico e morale del comatoso o dell’amnesica, ecc.
Questo numero di Discipline Filosofiche è dedicato all’esplorazione di tali questioni. Sono benvenuti contributi che trattino o della possibilità in generale di una fenomenologia di tali “fenomeni”, o che offrano analisi di uno di tali fenomeni da una prospettiva sistematica o storico-teoretica.
È invitata la presentazione di articoli che trattino le seguenti tematiche:
1) l’indagabilità fenomenologica del sonno e dei sogni;
2) il soggetto animale e i suoi diritti;
3) la comprensione dell’inconscio e i suoi effetti sulla coscienza;
4) l’accessibilità fenomenologica di istinti e pulsioni;
5) la morte e la nascita come fenomeni non rappresentabili in prima persona;
6) la legittimità ed, eventualmente, le modalità di una considerazione di Dio sulla base ed entro i limiti del metodo fenomenologico;
7) l’esperienza dell’amnesia e le sue implicazioni rispetto alla concezione dell’identità personale e giuridica.
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Scadenza per l’invio del manoscritto: 15 giugno 2023
Notifica della decisione: 31 agosto 2023
Scadenza per l’invio della versione finale: 15 ottobre 2023