giovedì , 21 Novembre 2024
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Discipline Filosofiche, XXXIV, 2, 2024: Filosofia e antropologia, l’attualità di un incontro, a cura di Roberto Brigati e Maririta Guerbo

L’opportunità di un dialogo tra antropologia e filosofia non sembra poter suscitare dubbi. Al contrario, a minacciare tale incontro sembra essere la fragilità della frontiera disciplinare che le separa: una contiguità temporale (l’antropologia diventa una disciplina autonoma emancipandosi dalla filosofia; molti grandi antropologi hanno avuto una formazione filosofica), ma anche una contiguità procedurale o strutturale, nella misura in cui l’antropologia sembra raccogliere per la filosofia un bacino empirico di particolare interesse e la filosofia presentare dei concetti con i quali l’antropologia non può fare a meno di confrontarsi (fosse pure per negarli nella loro definizione, deformarli o più semplicemente per prenderli in prestito). La domanda circa l’attualità di questo incontro si innesta su una storia relativamente recente di incontri e scontri passati: una storia occidentale, che si intreccia con l’opposizione artificiale ma funzionale tra due diversi divenire della filosofia, quello continentale e quello analitico.
Per un verso, la filosofia continentale più attenta a processi e strutture, a scapito di soggetto e storia, inquadra l’incontro con l’antropologia in forme altamente specifiche, legate al lascito strutturalista di Claude Lévi-Strauss (1908-2009). In altro ambito culturale, a partire da Wittgenstein (1889-1951) questa volta, è da tempo avviato un dialogo fecondo tra antropologi culturali e filosofi: la filosofia del linguaggio, la filosofia sociale e il pragmatismo avvicinano le due discipline. Tale scambio sembra essere caratterizzato da una grande chiarezza rispetto ai confini e ai compiti di ciascuna delle due “scienze”, nella misura in cui mette al centro la nozione di rappresentazione, invisa alla filosofia delle strutture e strumento prezioso del relativismo culturale.
La volontà di rimettere in discussione tali presupposti (rappresentazionalismo e relativismo culturale) caratterizza oggi una nuova fase dell’antropologia, particolarmente interessata a quella stessa filosofia che aveva precedentemente scartato la questione dell’anthropos. La prossimità prende delle forme di compromesso, con il recupero di alcuni concetti isolati dalla produzione teorica dei loro autori (la soggettivazione e le tecniche del sé di Michel Foucault (1926-1984) o la chair di Maurice Merleau-Ponty (1908-1961)) che diventano “parole chiave” nell’elaborazione teorica del materiale etnografico, oppure l’incontro assume prospettive più dirompenti e totalizzanti, come nell’impresa di rifondazione disciplinare dell’antropologo-filosofo Eduardo Viveiros de Castro (1951).
L’irritazione nei confronti del relativismo culturale, e dell’implicita esclusione di una prospettiva teorica unitaria, sembra ora riavvicinare filosofia e antropologia: un avvicinamento vissuto da molti antropologi come pericoloso per l’autonomia della disciplina o, peggio, come dilettantesco.
Il rifiuto del relativismo culturale aveva già definito l’impresa teorica del fondatore dell’etnologia religiosa italiana, Ernesto De Martino (1908-1965): un’impresa che resta fino agli anni Sessanta isolata rispetto al contesto internazionale di questo dibattito. Come insegnava De Martino, l’opportunità di un incontro teorico non può non dipendere dalle forme della sua attualità storica, ovvero dai bisogni etico-politici delle società di appartenenza dei teorici. Se l’antropologia nasce come scienza dell’apocalisse, votata a studiare e teorizzare ciò che scompare, non per conservarlo in maniera museale ma per eternizzarlo nelle forme di una descrizione concettuale, oggi più che mai la filosofia sembra averne un bisogno vitale.

Questo è il perimetro tematico che il volume intende esplorare. Si incoraggiano contributi ad ampio spettro, di preferenza (ma non esclusivamente) inerenti a uno o più dei seguenti temi:
1) relativismo e anti-relativismo;
2) il concetto di rappresentazione e i suoi limiti;
3) usi concettuali del materiale etnografico;
4) usi antropologici dei concetti filosofici;
5) momenti dell’incontro tra filosofia e antropologia;
6) nodi interdisciplinari (abitudine, corpo, bisogno, ambiente, poetiche e politiche culturali).

Istruzioni per gli autori: I manoscritti non devono superare le 9.000 parole, inclusi l’abstract, la bibliografia e le note. Sono ammessi testi in lingua italiana, inglese, francese, tedesca e spagnola. I manoscritti devono essere inviati in formato doc o docx insieme a una versione in pdf come allegato di posta elettronica a Roberto Brigati (roberto.brigati@unibo.it) e a Maririta Guerbo (mariritaguerbo@gmail.com). I contributi verranno inviati a due revisori indipendenti secondo la procedura del referaggio doppiamente cieco. I revisori possono richiedere all’Autore di modificare o migliorare i loro contributi per la pubblicazione. Si prega quindi di allegare sia una versione del contributo anonima intitolata “Manoscritto” sia una “Pagina Copertina” separata in cui siano indicati il nome completo degli Autori, il titolo accademico, l’Università (o l’Istituto) di appartenenza e i recapiti. Il Manoscritto deve contenere un abstract in inglese che non superi le 150 parole e 5 parole-chiave (keywords). Ogni proprietà del file che potrebbe identificare l’Autore deve essere rimossa per assicurare l’anonimato durante la procedura di referaggio. Di ogni testo verrà accusata ricevuta. Nella preparazione potrà essere adottato qualunque stile chiaro e coerente, ma in caso di pubblicazione l’autore dovrà inviare una versione finale che rispetti le norme redazionali della rivista (si vedano le norme redazionali alla pagina https://www.disciplinefilosofiche.it/norme-redazionali/). Inviando un manoscritto, l’autore sottintende che il testo non è stato pubblicato in precedenza in nessun’altra sede e che non è oggetto di considerazione da parte di alcun’altra rivista. In caso di pubblicazione, l’autore è tenuto a rinunciare ai diritti a favore dell’Università degli Studi di Bologna. Potrà richiedere alla Direzione della Rivista il diritto di ripubblicare l’articolo.

Scadenza per l’invio del manoscritto: 15 giugno 2024
Notifica della decisione: 31 agosto 2024
Scadenza per l’invio della versione finale: 15 ottobre 2024

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