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Discipline Filosofiche, XXXIII, 2, 2023: La ricerca fenomenologica oltre la coscienza, a cura di Andrea Altobrando e Alice Pugliese

La fenomenologia, intesa come tradizione filosofica, inizia come analisi della coscienza e di ciò di cui si ha coscienza. Tale impostazione deriva indubbiamente dalla distinzione brentaniana tra fenomeni psichici e fenomeni fisici. I fenomeni psichici sono caratterizzati da un immanente “riferirsi ad altro”. Le modalità di riferirsi ad altro e i problemi ontologici ed epistemologici che a ciò si legano sono stati oggetto di studio e dibattito sin dai tempi dei primi allievi di Brentano e hanno, in buona parte, occupato tanto i filosofi che vengono riconosciuti come appartenenti alla tradizione fenomenologica quanto i filosofi analitici.
Per Husserl, la ricerca fenomenologica non è, però, da concepirsi come una ricerca interna al mondo dello psichico. Si può, piuttosto, dire che egli abbia, almeno inizialmente, cercato di sondare le “feconde bassure dell’esperienza” che la tradizione kantiana e post-kantiana aveva, a suo parere, malauguratamente abbandonato per affrontare speculativamente questioni che vanno oltre l’esperienza.
In questo quadro, la ricerca fenomenologica è “limitata” a ciò di cui si ha coscienza e ai modi in cui se ne può aver coscienza. Un problema che Husserl stesso, e sempre più le fenomenologhe e i fenomenologi che, seppure distanziandosene, hanno preso le mosse dal suo programma di ricerca, è costituito da oggetti che non sembrano poter propriamente essere considerati esperibili direttamente e da strati dell’esperienza che sembrano stare ai margini, o al di sotto dei margini, della coscienza.
Le questioni che più palesemente appaiono sottrarsi a un’analisi fenomenologica sarebbero quelle dell’inconscio, da una parte, dell’animalità e di realtà “sovrumane”, quale quella di Dio, dall’altra. Si noti che la questione di Dio, in quest’ottica, non deve essere intesa come problema teologico o dal punto di vista dell’esperienza religiosa, ma come problema epistemologico relativo alla possibilità di costituire l’oggetto divino.
Altre questioni che riguardano terreni che stanno ai margini della coscienza sono quelle del sonno e dei sogni, l’esperienza dell’amnesia, le pulsioni e gli istinti, la morte, ecc.
Con la pubblicazione dei volumi più recenti dell’Husserliana, si sono offerti materiali in base ai quali diventa evidente anche a partire dalla prospettiva husserliana l’urgenza di confrontarsi con e analizzare fenomeni che apparentemente si pongono oltre i limiti della ricerca fenomenologica. Come è facile comprendere, si tratta di questioni che non costituiscono un semplice rompicapo per la metodologia fenomenologica in quanto tale, bensì che hanno risvolti e implicazioni rilevanti anche da un punto di vista pragmatico, etico, giuridico ed esistenziale. Basti pensare alla questione dei diritti animali, dello stato giuridico e morale del comatoso o dell’amnesica, ecc.
Questo numero di Discipline Filosofiche è dedicato all’esplorazione di tali questioni. Sono benvenuti contributi che trattino o della possibilità in generale di una fenomenologia di tali “fenomeni”, o che offrano analisi di uno di tali fenomeni da una prospettiva sistematica o storico-teoretica.

È invitata la presentazione di articoli che trattino le seguenti tematiche:
1) l’indagabilità fenomenologica del sonno e dei sogni;
2) il soggetto animale e i suoi diritti;
3) la comprensione dell’inconscio e i suoi effetti sulla coscienza;
4) l’accessibilità fenomenologica di istinti e pulsioni;
5) la morte e la nascita come fenomeni non rappresentabili in prima persona;
6) la legittimità ed, eventualmente, le modalità di una considerazione di Dio sulla base ed entro i limiti del metodo fenomenologico;
7) l’esperienza dell’amnesia e le sue implicazioni rispetto alla concezione dell’identità personale e giuridica.

Istruzioni per gli autori: I manoscritti non devono superare le 9.000 parole, inclusi l’abstract, la bibliografia e le note. Sono ammessi testi in lingua italiana, inglese, francese, tedesca e spagnola. I manoscritti devono essere inviati in formato doc o docx insieme a una versione in pdf come allegato di posta elettronica ad Andrea Altobrando (andrea.altobrando@unipd.it) e/o Alice Pugliese (alice.pugliese@unipa.it). I contributi verranno inviati a due revisori indipendenti secondo la procedura del referaggio doppiamente cieco. I revisori possono richiedere all’Autore di modificare o migliorare i loro contributi per la pubblicazione. Si prega quindi di allegare sia una versione del contributo anonima intitolata “Manoscritto” sia una “Pagina Copertina” separata in cui siano indicati il nome completo degli Autori, il titolo accademico, l’Università (o l’Istituto) di appartenenza e i recapiti. Il Manoscritto deve contenere un abstract in inglese che non superi le 150 parole e 5 parole-chiave (keywords). Ogni proprietà del file che potrebbe identificare l’Autore deve essere rimossa per assicurare l’anonimato durante la procedura di referaggio. Di ogni testo verrà accusata ricevuta. Nella preparazione potrà essere adottato qualunque stile chiaro e coerente, ma in caso di pubblicazione l’autore dovrà inviare una versione finale che rispetti le norme redazionali della rivista (si vedano le norme redazionali alla pagina https://www.disciplinefilosofiche.it/norme-redazionali/). Inviando un manoscritto, l’autore sottintende che il testo non è stato pubblicato in precedenza in nessun’altra sede e che non è oggetto di considerazione da parte di alcun’altra rivista. In caso di pubblicazione, l’autore è tenuto a rinunciare ai diritti a favore dell’Università degli Studi di Bologna. Potrà richiedere alla Direzione della Rivista il diritto di ripubblicare l’articolo.

Scadenza per l’invio del manoscritto: 15 giugno 2023
Notifica della decisione: 31 agosto 2023
Scadenza per l’invio della versione finale: 15 ottobre 2023

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