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Discipline Filosofiche, XXXV, 2, 2025: Schelling and his Kantian Legacy: Metaphysical and Epistemological Perspectives, a cura di Tommaso Mauri e Ludovica Neri

“Chi fa della filosofia il suo studio particolare, deve ancora e sempre incominciare con Kant” (SW XIII, 33). Questa affermazione, tratta dall’introduzione berlinese alla Filosofia della rivelazione del 1842/43, non costituisce soltanto la dichiarazione programmatica di uno Schelling ormai maturo, ma esprime la convinzione che ha animato tutto il suo itinerario filosofico. Com’è stato opportunamente rilevato, “dei tre grandi ‘idealisti tedeschi’, Schelling è quello che si confronta nel modo più intenso con Kant e che con più forza si riallaccia a Kant” (Schmied-Kowarzik 1996). Nella prospettiva di Schelling, infatti, solo passando attraverso il confronto con il pensiero di Kant è possibile procedere oltre Kant.
In tal senso, è possibile affermare che la filosofia di Schelling, nella sua intera costellazione di temi e problemi, si presti proprio a questo scopo. Egli, infatti, pur riconoscendo il debito dell’eredità critico-trascendentale di Kant, si sforza di superarla e di riabilitare, in un’ottica post-kantiana, le domande della metafisica e dell’ontologia che l’idealismo trascendentale ha messo tra parentesi o affrontato solo in parte. Così, ad esempio, negli scritti giovanili dedicati alla filosofia della natura e all’idealismo trascendentale, Schelling pone le basi per il superamento della filosofia trascendentale individuando nella filosofia della natura la parte reale del sistema, da affiancare alla parte ideale. In seguito, a partire da Filosofia e religione (1804) e da Sull’essenza della libertà umana (1809), egli pone l’attenzione sull’insieme di quei fenomeni (la religione, la libertà, il male e la storia) la cui indagine oltrepassa i confini di una filosofia critico-razionale, preannunciando l’esigenza di affiancare a quest’ultima una filosofia positiva o storica. Infine, con la Spätphilosophie tale esigenza diviene programmatica, e il confronto con Kant è funzionale da una parte ad esaurire il potenziale negativo di una filosofia meramente critico-razionale e, dall’altra, a legittimare filosoficamente il passaggio ad una filosofia storico-positiva che torni a pronunciare una parola metafisica su quelle idee (Dio, anima, mondo, libertà) la cui conoscenza era stata interdetta dalla Dialettica trascendentale.
In occasione del 250° anniversario della nascita di Schelling, il presente volume di Discipline Filosofiche si propone di contribuire all’indagine delle implicazioni metafisiche ed epistemologiche dell’eredità kantiana del pensiero di Schelling. Sebbene l’opera di Schelling sia stata studiata a più riprese anche nella sua correlazione con la filosofia critica di Kant, il rinnovato interesse verso di essa, non da ultimo verso gli scritti inediti del periodo monacense e berlinese, suggerisce come tale argomento presenti ancora dei margini di approfondimento. In questa prospettiva, si incoraggia la presentazione di articoli che affrontino le seguenti tematiche:
1) Schelling e la filosofia trascendentale;
2) la teleologia della natura in Kant e Schelling;
3) il confronto di Schelling con la teoria kantiana dello spazio e del tempo;
4) l’eredità kantiana del concetto schellinghiano di libertà;
5) la critica di Schelling all’etica e alla filosofia della religione di Kant;
6) l’incidenza della filosofia critica di Kant nella distinzione schellinghiana tra filosofia “negativa” e “positiva”;
7) la ridefinizione schellinghiana del concetto kantiano di “sistema”;
8) la differenza tra l’epistemologia di Kant e quella di Schelling;
9) la filosofia della storia di Schelling in relazione a Kant;
10) la metafisica post-kantiana dell’ultimo Schelling.

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Scadenza per l’invio del manoscritto: 15 giugno 2025
Notifica della decisione: 31 agosto 2025
Scadenza per l’invio della versione finale: 15 ottobre 2025

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