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Fabrizio Palombi, Foucault, Grandangolo Corriere della Sera, Milano, 2014, pp. 111.

Michel Foucault (1926-1984) è stato uno dei principali protagonisti della scena intellettuale negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Filosofo, storico, studioso della sessualità e dell’arte, militante politico, inviato speciale del Corriere della Sera: un vero maître à penser che ha influenzato profondamente la cultura europea. A trent’anni dalla morte, l’interesse per la sua riflessione non manifesta una passione nostalgica per una stagione irripetibile ma l’esigenza di trovare strumenti per effettuare una diagnosi del nostro presente. Lo dimostrano le pagine di Foucault scritte quando personal computer e telefono cellulare erano privilegi di pochi, dedicate al tema della sorveglianza, che si rivelano di sorprendente utilità per comprendere la nostra condizione di cittadini e consumatori del Ventunesimo secolo, soggetti della rete.

Fabrizio Palombi insegna Epistemologia delle scienze umane e sociali presso l’Università della Calabria e l’Istituto per la Clinica dei Legami Sociali. Membro del Circolo Husserl, del Consiglio direttivo della Società Italiana di Filosofia Teoretica e della redazione della rivista Bollettino filosofico, Palombi è curatore degli scritti del matematico Gian-Carlo Rota (Garzanti, Milano 1993 e Birkhäuser, Boston 1997) e autore de Il legame instabile. Attualità del dibattito psicoanalisi-scienza (FrancoAngeli, Milano 2002), La stella e l’intero. La ricerca di Gian-Carlo Rota tra fenomenologia e matematica (Boringhieri, Torino 2003 e Taylor & Francis, Boca Raton 2011) e Jacques Lacan (Carocci, Roma 2009). La sua ricerca s’articola tra fenomenologia, teoria della conoscenza, filosofia della psicoanalisi e della matematica.

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